Come Nasce una Scarpa in Pelle? Tutti i retroscena.

Come Nasce una Scarpa in Pelle? Tutti i retroscena.

Come Nasce una Scarpa in Pelle? Tutti i retroscena.

Oggi torniamo a parlare di scarpe tradizionali, in un viaggio che ci porterà a svelare una realtà complessa e sfaccettata che spesso rimane celata dietro la superficie lucida e accattivante delle scarpe in pelle. Attraverso una panoramica approfondita e dettagliata, saremo in grado di comprendere appieno il prezzo che viene pagato per la nostra calzatura, sia dal punto di vista animale, che materiale ed umano, e di riflettere criticamente sulle scelte che facciamo come consumatori consapevoli. Siate pronti ad approfondire questo viaggio di scoperta e consapevolezza?

Indice dei contenuti:

Inizia il viaggio, prima tappa: Gli Allevamenti Intensivi

Mucca triste da allevamento intensivo - scarpe in pelle

Il pellame viene presentato dall’industria conciaria come uno scarto dell’industria alimentare, un prodotto da smaltire, e che quindi non produce danni diretti all’animale.

In realtà l’industria del pellame nasconde un giro d’affari di oltre 50 milioni, capace di smuovere grandi interessi e di stimolare gli allevamenti intensivi a produrre altro di quel pellame che il mercato continua a richiedere a gran voce.

Il viaggio del pellame inizia quindi proprio qui, dagli allevamenti, oggetto di critiche per loro impatto negativo sulla vita degli animali, che come abbiamo già visto perdono gran parte dei loro diritti di base, e dannosi anche dal punto di vista ambientale.
Quest’ultima presa di posizione si basa sul consumo elevato di risorse naturali come acqua, cibo e suolo, oltre alla produzione di rifiuti. Per esempio, per produrre un chilo di carne di manzo sono necessari circa 15.000 litri di acqua. Questo dato può sembrare sorprendente fino a quando non si considera quanto cibo consumi il bestiame durante il suo ciclo di vita: 1.300 chili di granaglie e 7.200 chili di foraggio, il che richiede una notevole quantità di acqua anche dal punto di vista della coltivazione. Inoltre, si stima che siano necessari ulteriori 24 metri cubi d’acqua per l’abbeveraggio del bestiame e 7 metri cubi per mantenerlo pulito.

Numeri altissimi, che se sommati alle vite spezzate dopo mesi di agonia, diventano lo specchio di una società disinteressata alla natura, ad un passo dal collasso.

Si arriva ai macelli: luoghi di morte e sofferenza.

Macello  - scarpe in pelle

Gli animali, dopo lunghi viaggi in cui vengono stipati in camion sovraffollati, spesso senza acqua ne spazio sufficiente alla vita, arrivano ai macelli, pronti per essere crudelmente abbattuti.

Non ci si sofferma mai abbastanza sulla quantità di animali che perdono la vita ogni giorno per fornire all’uomo carne e pellame: i numeri sembrano irreali ed è difficile collegare i singoli individui, la paura che provano in quegli ultimi attimi di vita, ad esseri del tutto simili a cani e gatti, che albergano sereni nelle nostre case.

Per cercare di rendere tutto più reale abbiamo raccolto qualche dato dalle ultime ricerche fatte, dove viene evidenziato come in un solo giorno, 24 ore, una delle principali industrie brasiliane di carne e pellame macelli 100.000 bovini, 70.000 maiali e 25.000 agnelli. Animali capaci di provare le nostre stesse paure, sofferenze, che si troveranno a vivere momenti atroci per cosa? Fornire carne che contribuirà a peggiorare la nostra salute e pellame intriso di sofferenza, spesso così tanto lavorato per produrne quantità abnormi da non risultare nemmeno più durevole.

Da qui usciranno tonnellate e tonnellate di pelle grezze, destinate ad essere spedite nei luoghi meno sviluppati del mondo, dove l’industria conciaria ha la sua massima espansione.

Terza Tappa: La Concia del Pellame

Conceria  - scarpe in pelle

Entrando più nello specifico la trasformazione della pelle, detta concia, è un procedimento lungo che porta alla creazione delle pelli conciate allo stato grezzo, conosciute come “wet blue”. Queste pelli, se da un lato non sono più soggette alla putrefazione, dall’altro richiedono ulteriori lavorazioni prima di diventare prodotti finiti pronti per essere utilizzati nella produzione di scarpe, borse, o rivestimenti per mobili e automobili.

La prima fase della lavorazione trasforma il “wet blue” in “crust“, che ha già ricevuto una base di coloritura, mentre l’ultima fase, la rifinitura, aggiunge il colore desiderato e altre caratteristiche estetiche al “crust”.

Ma cosa comporta per l’ambiente tutto questo procedimento? Danni, tanti, difficili da quantificare, che comprendono l‘inquinamento delle falde acquifere, lo spreco d’acqua per i vari lavaggi che servono alle lavorazioni, e la produzioni di rifiuti solidi difficili da smaltire.

Ecco alcuni dei principali danni provocati dalla concia del pellame, considerato che da 1 tonnellata di pelle grezza si ottengono solo 200/250 kg di pellame lavorabile:

  1. Inquinamento e consumo delle acque: La concia richiede dalle 15 – 50 tonnellate di acqua, inoltre la lavorazione del pellame coinvolge l’uso di una serie di sostanze chimiche, tra cui solventi organici, coloranti e metalli pesanti. Queste sostanze possono contaminare le acque superficiali e sotterranee se non trattate adeguatamente, causando danni all’ecosistema acquatico e mettendo a rischio la salute umana.
  2. Inquinamento dell’aria: Alcuni dei processi utilizzati nella concia del pellame possono emettere gas tossici come l’anidride solforosa e l’ammoniaca nell’atmosfera. Questi gas possono contribuire all’inquinamento dell’aria e avere effetti dannosi sulla salute umana e sull’ambiente circostante.
  3. Generazione di rifiuti solidi: La concia del pellame può generare una quantità significativa di rifiuti solidi (da 950 a 1230 kg) tra cui scarti di pelle, scarti di concia e altri materiali residui. La gestione e lo smaltimento di questi rifiuti possono rappresentare una sfida ambientale, specialmente se non vengono trattati in modo adeguato e responsabile.
  4. Impatto sulla salute dei lavoratori: I lavoratori che operano nelle fabbriche di concia del pellame possono essere esposti a sostanze chimiche pericolose e potenzialmente nocive. Senza le adeguate precauzioni e dispositivi di protezione, possono verificarsi problemi di salute come irritazioni cutanee, problemi respiratori e altri disturbi correlati all’esposizione a sostanze chimiche.
  5. Deforestazione: La produzione di pelli per la concia può contribuire alla deforestazione attraverso l’espansione delle terre dedicate al pascolo del bestiame. Questo processo può avere effetti negativi sull’habitat naturale, sulla biodiversità e sul clima.

Dopo svariati viaggi Il pellame arriva in Calzaturificio

Calzaturificio industriale  - scarpe in pelle

Durante il periodo compreso tra il 2000 e il 2015, è emerso un trend interessante: i paesi situati nel sud del mondo hanno registrato un aumento nella produzione annuale di pelli grezze bovine, mentre quelli del nord hanno assistito a una diminuzione.

Di conseguenza, la maggior parte del pellame utilizzato nell’industria calzaturiera proviene da paesi in via di sviluppo, dove le grandi potenze esternalizzano le fasi di concia. Questo approccio, sebbene comporti diversi problemi, viene preferito alla presa di misure per la tutela ambientale e sociale.

La concia è un’attività molto ambita per i paesi in via di industrializzazione poiché richiede macchinari e procedure relativamente poco costosi, sebbene altamente inquinanti, rispetto ad altre forme di business.

Inoltre, c’è una forte domanda di pellame conciato, specialmente perché i paesi industrializzati stanno gradualmente abbandonando questa fase di lavorazione, optando per l’importazione di prodotti finiti e già trattati. È importante notare che la concia è un settore chiave nella catena produttiva delle calzature, un’industria in costante crescita e fonte di notevoli profitti.

È meno conosciuto il fatto che il 43% della produzione mondiale di pellame viene utilizzato per la produzione di calzature, rendendo il settore che abbiamo deciso di cambiare estremamente significativo in termini di impatto ambientale e sociale.

Ultimo step: La scarpa in pelle arriva in negozio.

Catena distribuzione  - scarpe in pelle

Quando una scarpa tradizionale appare sugli scaffali del negozio, è facile non considerare il lungo viaggio che ha già intrapreso. Dietro a prezzi incredibilmente bassi e a offerte continue si celano spesso condizioni di produzione ingiuste ed insostenibili, delle quali molti di noi potrebbero non essere consapevoli.

Indipendentemente dalle tue abitudini, è essenziale interrogarsi sulle implicazioni etiche e ambientali del prodotto che stai per acquistare. Ogni piccola scelta quotidiana può avere un impatto significativo sul pianeta e sulle condizioni di vita delle persone e degli animali coinvolte nella catena di produzione.

Prenditi il tempo di riflettere sulle tue decisioni di acquisto. Anche le azioni più piccole possono fare la differenza nel promuovere un mondo più sostenibile e giusto per tutti.

Tu sapevi come nascono le scarpe in pelle e quanto è lunga la filiera che le produce? Scrivicelo nei commenti, costruire un dialogo onesto su questi temi è il primo passo per il cambiamento!

A presto, Gaia per VEGANSHOES.IT 🌻

Fonti:

*(2015) REPORT – Una dura storia di cuoio

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